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L’impiego del fotovoltaico in agricoltura contro la crisi energetica

Al giorno d’oggi sempre più persone stanno prendendo la giusta decisione di passare al fotovoltaico. L’energia solare, infatti, è una fonte rinnovabile, pulita e inesauribile che ti permette di produrre elettricità per la tua abitazione senza emettere CO2 nell’atmosfera, e dunque aggravare il surriscaldamento globale e la carbon footprint.

Tra gli Accordi di Parigi, il Cop26 di Glasgow, l’Agenda 2030, e moltissime altre iniziative in termini di finanza verde, economia circolare e green economy, sono tantissimi i progetti approvati dai governi di tutto il mondo per contrastare la crisi climatica che sta caratterizzando negativamente il nostro ecosistema. Il concetto di sostenibilità, infatti, sta finalmente iniziando ad avere il posto di predominanza che si merita nelle discussioni politiche, economiche, sociale e ambientali (persino le aziende, con l’istituzione della Corporate Social Responsibility, hanno capito la sua importanza!) del nostro paese, ma anche a livello internazionale.

C’è un settore, però, che sta risentendo negativamente della crisi climatica, e che potrebbe essere risollevato grazie all’azione congiunta delle rinnovabili: è il settore agricolo.

In questo articolo ti spiegheremo l’originale unione delle serre col fotovoltaico, una risposta alla crisi energetica innovativa e originale.

Sei pronto? Iniziamo!


Serre e fotovoltaico: un’accoppiata vincente

L’impiego del fotovoltaico in agricoltura, in particolare per incrementare l’efficienza energetica delle serre, è un vantaggio sia ambientale che economico. È ancora da migliorare, però, la percezione delle rinnovabili nei confronti dell’agricoltura, proprio perché queste fonti di energia pulita possono davvero rappresentare una soluzione concreta e vantaggiosa per la crisi che questo settore sta subendo.

La legge n.34 del 27 aprile 2022 - che è una conversione in legge del decreto-legge n.27 del 1° marzo 2022, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali, - è fondamentale per il destino di molti agricoltori. Nell’articolo 11 di suddetta legge è stato inserito l’art. 11-bis relativo alla riconversione e all’incremento dell’efficienza energetica degli impianti serricoli.

Cosa vuol dire? Che l’introduzione del fotovoltaico può rappresentare un punto di svolta: non solo impianti nuovi, ma soprattutto recupero e adeguamento di quelli esistenti per un’alimentazione green degli spazi agricoli e serricoli. Le potenzialità del fotovoltaico in agricoltura sono molteplici, ed è davvero un investimento per gli addetti ai lavori di questo settore.

Le strutture che si possono definire serre

Si definiscono serre tutte quelle strutture permanenti che hanno un involucro rigido che può essere di vetro o di materiali plastici di vario tipo. Molto spesso in questa definizione si includono impropriamente anche i tunnel realizzati in materiali plastici leggeri. Tutte queste tipologie, comunque, rappresenterebbero un buon potenziale per il fotovoltaico, se si accettasse di modificarne la morfologia e di sostituire delle strutture temporanee, come i tunnel, con delle strutture permanenti.

Si veda l’esempio della Germania, nella quale, nell’ultimo anno, hanno dimostrato che un sistema semi aperto realizzato con una sezione a falda composta da due moduli fotovoltaici semitrasparenti inclinati consente di confinare un ambiente con un livello di controllo del microclima interno paragonabile a quello tipico di un tunnel.

Gli impianti serricoli in Italia

Una stima della quantità di serre disponibili si aggira intorno ai 30.000-40.000 ettari e sono prevalentemente destinate a piante orticole o frutticole.

Non è facile, però, fare una stima del potenziale di potenza fotovoltaica installabile, poiché si dovrebbe valutare quale sia la porzione adatta, a  livello morfologico e strutturale, all’impiego del fotovoltaico di tutte le serre disponibili. Inoltre, l’impiego di impianti fotovoltaici andrebbe valutato anche in base alle colture presenti in serra e agli effetti che l’ombreggiamento, riconducibile all’impiego dei moduli fotovoltaici, produrrebbe su di esse. Pertanto, il potenziale di questo provvedimento non è facile da stimare e richiederebbe un’analisi accurata.

Ma quindi: il comparto agricolo può migliorare qualitativamente da un punto di vista energetico? In altre parole, la riconversione degli impianti serricoli in siti agroenergetici può rappresentare una valida alternativa all’aumento dei costi di elettricità e gasolio? Purtroppo la produzione di energia delle aziende agricole è ancora indietro. Sono pochissime infatti le aziende agricole italiane che si sono dotate di sistemi di produzione a energie rinnovabili.

La disposizione di un impianto fotovoltaico, però, consentirebbe a una realtà agricola una produzione di energia a costo zero, le cui eccedenze potrebbero anche essere immesse sul mercato. Anche perché, ricordiamolo, il comparto dell’agrifood non si limita solo alla produzione agricola, ci sono da tenere in conto tante altre sezioni, come quella della trasformazione del prodotto, oppure la filiera; insomma, bisogna considerare anche la lavorazione e la distribuzione. Per esempio, disporre di sistemi di riscaldamento e/o raffreddamento alimentati da fonti rinnovabili consentirebbe di produrre primizie o di conservare i prodotti in maniera efficiente e che fa bene all’ambiente.


La resilienza delle serre fotovoltaiche ai cambiamenti climatici

Molte misure del PNRR riguardano il tema della resilienza al cambiamento climatico, un aspetto estremamente complesso da definire e analizzare, poiché andrebbero definiti degli indicatori di prestazione e delle metodologie di calcolo adeguati.  Tuttavia, ci sono molteplici esempi in cui certamente il ricorso alla serra in sostituzione di una coltivazione in piena aria ha contribuito a migliorare la resilienza agli effetti del cambiamento climatico. Uno su tutti è quello dell’impianto serricolo realizzato nel 2010 a La Réunion, nell’Oceano Indiano, da Akuo Energy.

Essendo La Réunion un’isola estremamente esposta agli uragani, la sua produzione agricola è incostante, ma attraverso la realizzazione di serre capaci di resistere ai cicloni è stato possibile centrare l’obiettivo di produrre diverse colture anche in maniera continua nel corso dell’anno. L’idea è stata quella di mettere a punto un modello in cui l’operatore energetico potesse avvalersi della superficie della serra e questa fosse capace di resistere ai cicloni e garantire una produzione continua nel corso dell’anno.

In linea di massima, le serre fotovoltaiche possono resistere a eventi climatici avversi legati al cambiamento climatico, ma devono essere progettate opportunamente. Trasformare una serra in una serra fotovoltaica, per un imprenditore agricolo, comporta una complessità nella gestione del progetto e poi della realizzazione, che non sempre un imprenditore è disposto ad accettare, ma che comporta grandi vantaggi sia da un punto di vista economico che strutturale.

Per cambiare l’approccio ancora un po’ avverso a questo tipo di tecnologia, l’ENEA ha lanciato un concorso di progettazione internazionale di paesaggio per un giardino agrovoltaico. L’idea è quella di promuovere un progetto in cui bello estetico ed etica siano di pari passo, per il bene comune del nostro ambiente.


Un esperimento italiano

Nella città di Sassari, all’interno dell’Istituto Tecnico Agrario Pellegrini che conta oltre 30 ettari di terreno fra orti, frutteti e allevamenti, è stato installato un nuovo impianto di coltura idroponica per la produzione di ortaggi a foglia e a frutto direttamente in acqua: due serre-laboratorio all’avanguardia e ipertecnologiche che utilizzeranno sistemi di fertirrigazione, tecniche di gestione digitali delle produzioni e monitoraggio delle colture.

Un progetto che si basa su un sistema in grado di interconnettere diverse entità smart a una rete per elaborare dati e scambiare informazioni tra le stesse in relazione alla qualità, alla sicurezza alimentare e alla tracciabilità dei prodotti. Il tutto alimentato dall’impianto fotovoltaico di cui già dispone l’area del parco della scuola, contribuendo così alla sostenibilità ambientale e allo studio e sperimentazione delle produzioni sostenibili.


Anche noi di Otovo abbiamo a cuore la salvaguardia del nostro Pianeta, ed è proprio per questo che ci impegniamo quotidianamente per installare più impianti fotovoltaici possibili sui tetti di tutti gli italiani.

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