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I vantaggi delle fonti rinnovabili per il nostro domani

Il futuro delle energie pulite si configura come una strada verso la sostenibilità ambientale e l'autosufficienza energetica. Tuttavia, affinché questo obiettivo diventi una realtà concreta, è essenziale perseguire un'impostazione strategica e collaborativa a livello globale, ponendo le energie pulite al centro delle politiche energetiche e dell'agenda di sviluppo sostenibile. Solo così potremo garantire un futuro più pulito e prospero per le generazioni future.

Il periodo storico che noi tutti stiamo affrontando, e che affronteremo nei prossimi anni, sarà probabilmente una delle fasi più importanti dell’intera storia dell’umanità.

Gli studi ci mostrano infatti come il clima globale stia davvero cambiando e andando incontro a un riscaldamento progressivo che, se non arrestato, comporterà conseguenze catastrofiche.

La causa principale di questi eventi?

Siamo proprio noi esseri umani, che ogni giorno produciamo un numero crescente di sostanze inquinanti derivanti dallo sfruttamento di fonti e combustibili fossili.

In questo articolo Otovo affronteremo assieme la questione delle fonti fossili, vedremo insieme cosa sono, quali sono i loro svantaggi e le prospettive future. Inoltre vedremo come le fonti rinnovabili possano invece aiutarci a cambiare direzione al nostro domani e garantire un futuro sostenibile.

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Bene, iniziamo!


Fonti fossili: cosa sono?

Quelle denominate fonti fossili sono un insieme di sostanze che l’umanità ha imparato a estrarre dal sottosuolo e che derivano da biomasse come alberi, batteri o forme di animali morti milioni di anni fa che, col tempo, sono state ricoperte da sedimenti.

Dalle fonti fossili è possibile ricavare combustibili fossili come petrolio, carbone e gas naturale che vengono utilizzati ogni giorno per produrre enormi quantità di energia per fornire elettricità, far muovere mezzi di trasporto, scaldare le abitazioni e molto altro ancora.
Il processo con cui si ottengono è chiamato combustione e durante questa operazione il carbonio e l'idrogeno vengono bruciati e, reagendo con l'ossigeno atmosferico, formano acqua (H2O) e grandi quantità di anidride carbonica (CO2).

È proprio la produzione elevata di anidride carbonica ciò che comporta i principali danni ambientali e climatici.

Oltre a forme di inquinamento come lo smog e la formazione di piogge acide, la CO2 sta mettendo sempre più in pericolo l'esistenza dell’ozono, uno strato gassoso presente nell'atmosfera che protegge la terra dall'azione nociva dei raggi ultravioletti UV-C.

Ma un altro aspetto che contraddistingue le fonti fossili è il fatto di essere fonti esauribili che, per rigenerarsi, richiederebbero milioni di anni.

Se desideri maggiori approfondimenti, qui di seguito trovi il video di un nostro esperto che ci racconta di più sui problemi legati alle centrali termoelettriche.


Esaurimento fonti fossili: un problema troppo recente

La conclusione a cui l’umanità è arrivata, ahinoi solo in tempi relativamente recenti, è che i combustibili fossili non siano infiniti e che, presto o tardi, dovremo imparare a farne a meno.

I primi a rendere pubblica questa verità sono stati gli esperti del “Club di Roma”, un’associazione fondata nel 1968 che riuniva personalità della scienza, dell'economia e della politica provenienti da tutto il mondo.

Il Club commissionò la stesura di un rapporto per stabilire quali fossero i limiti della crescita dell’umanità posti a confronto con i limiti delle risorse presenti sul pianeta.

Il risultato dello studio fu pubblicato nel 1972 con il titolo “Rapporto sui limiti dello sviluppo” ed ebbe subito un enorme successo mediatico, in quanto sottolineava come molte delle risorse su cui già all’epoca si basava l’economia mondiale avrebbero potuto presto diventare limitate.

Ciò avrebbe provocato l’aumento dei prezzi e l’impossibilità nelle zone più povere del Mondo di avere accesso alle tecnologie fondamentali per la sopravvivenza tra cui acqua, minerali e, ovviamente, i combustibili fossili.


Come è stato affrontato tutto ciò e quali conseguenze sta avendo? Scopriamolo di seguito!


La situazione e il panorama energetico oggi

Negli ultimi anni la questione dell’esaurimento delle fonti fossili è stata messa sempre più sotto i riflettori mondiali e numerose ricerche sono state compiute per comprendere cosa ci attenderà nei prossimi anni.

Gli incendi boschivi provocati dalla siccità nel sud della California, l'uragano che ha colpito con forza la regione meridionale degli Appalachi e le gravi alluvioni nel New England rappresentano solo alcuni esempi recenti dei danni ingenti causati dal cambiamento climatico.

Di fronte a eventi estremi sempre più frequenti e distruttivi, numerosi governi – sia locali che nazionali – faticano a riprendersi e a mettere in atto misure efficaci di prevenzione. Alcuni hanno scelto di rivolgersi direttamente alle compagnie di combustibili fossili, avviando azioni legali basate sul principio del “chi inquina paga”. Tuttavia, molte di queste iniziative incontrano ostacoli nei tribunali, in particolare a causa della difficoltà nel dimostrare che determinati effetti climatici derivino in modo diretto dalle emissioni di gas serra prodotte da una singola impresa.

In questo contesto, lo studio “Carbon majors and the scientific case for climate liability”, pubblicato il 23 aprile 2025 su Nature da due ricercatori del Dartmouth College (Hanover, New Hampshire), propone un nuovo approccio per quantificare i costi legati agli eventi climatici estremi, resi più intensi dal riscaldamento globale, e attribuirli alle responsabilità delle singole aziende produttrici di combustibili fossili.

La metodologia adottata combina modelli climatici avanzati con dati pubblici sulle emissioni, confrontando gli scenari attuali – in cui il clima è influenzato dai gas serra – con ipotetici scenari alternativi in cui le emissioni aziendali non sarebbero mai state immesse in atmosfera. Questo tipo di analisi si basa sul cosiddetto principio del “but for”: la catastrofe sarebbe comunque avvenuta se l’azienda in questione non avesse compiuto determinate azioni? In altri termini, è possibile dimostrare che l’intervento (o la mancanza di intervento) di un’impresa abbia avuto un ruolo diretto nell’innescare un disastro climatico?

Secondo gli studi, se continuassimo a bruciare combustibili fossili al ritmo attuale, si stima che potrebbero esaurirsi entro il 2060.

Ma non è tutto, perché se continueremo a utilizzare anche solo il 20-30% delle riserve mondiali di combustibili fossili la temperatura del nostro Pianeta aumenterà di oltre 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, superando così la soglia limite oltre la quale il riscaldamento globale diventerà irreversibile e avrà conseguenze catastrofiche.

Sebbene le riserve fisiche di fonti fossili siano ancora consistenti, le recenti politiche climatiche globali stanno accelerando il processo di dismissione del loro utilizzo. Ad esempio, l’Unione Europea punta a ridurre l’uso dei combustibili fossili dell’80% entro il 2050, promuovendo l’adozione di fonti rinnovabili e tecnologie a basse emissioni come il nucleare.


Cosa possiamo fare?

Davanti a una prospettiva futura così negativa è però possibile intervenire invertendo il più possibile questa rotta.

Come?

Grazie alle fonti di energia rinnovabile!

Queste sono infatti inesauribili, ma soprattutto sono fonti rispettose dell’ambiente perché il loro utilizzo non comporta nessun tipo di emissione inquinante.

Tra le principali fonti di energia rinnovabile troviamo l'energia solare, quella eolica, la geotermica e quella idroelettrica.

È dunque necessario che ogni Paese punti sull’accelerazione del loro sviluppo per cambiare veramente le sorti del nostro domani.

Negli ultimi anni sempre più Piani mondiali (come l’Accordo di Parigi, l’Agenda 2030 e il Green Deal Europeo) sono nati affinché questi obiettivi venissero portati avanti da governi, iniziative e da tutti i cittadini.

Secondo un recente studio di IRENA, l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili, se ogni Paese si impegnasse, entro il 2050 l’80% della produzione elettrica potrebbe derivare da fonti pulite e rinnovabili e avremmo un crollo delle emissioni di gas serra dell’85%.

Ma accelerare sulle energie rinnovabili e sulla decarbonizzazione avrebbe anche una serie di effetti positivi di tipo socio-economici: nuovi posti di lavoro, una salute migliore e maggiore inclusione sociale.

Anche in questo caso ti lasciamo al video del nostro esperto che ci racconta tutti i vantaggi di passare alle energie rinnovabili e, in particolare, all'energia solare.

Secondo le statistiche IRENA, inoltre, diminuire le emissioni di CO2 grazie alle rinnovabili entro il 2050 porterebbe a un aumento del PIL mondiale dello 0,8%, che garantirebbe un miglioramento significativo delle qualità della vita di ogni cittadino.

Conclusione

Noi di Otovo sappiamo che un futuro come questo è possibile, per questo motivo ogni giorno ci impegniamo affinché sempre più persone decidano di passare all’energia solare grazie a un impianto fotovoltaico.

Produrre la propria energia è il primo passo per costruire insieme un domani sostenibile, che ci permetta di vivere sereni e aiutare il nostro Pianeta a risollevarsi e migliorare sempre più.

Scegli anche tu di passare al solare con Otovo!

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Domande frequenti

Qual è il combustibile fossile più utilizzato?

Il carbone è il combustibile fossile conosciuto e utilizzato da più tempo che viene estratto all'interno di miniere attraverso l'asporto di rocce con un'elevata concentrazione di atomi di carbonio.

Quali sono le fonti rinnovabili più usate?

Le fonti di energia rinnovabile più utilizzate oggi sono l'idroelettrico, seguito dal solare fotovoltaico, l'eolico e il geotermico.

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