Salvare il Pianeta con le rinnovabili
Le 5 azioni dell’ONU per accelerare l’uso delle fonti rinnovabili
Il cambiamento climatico e il surriscaldamento globale stanno diventando due problemi sempre più comuni. Nonostante ci siano stati degli avanzamenti come, per esempio, il Next generation EU, il Green Deal Europeo o l’Agenda 2023, da parte di diversi paesi per far fronte a questi aspetti, l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) fa emergere una situazione tutt’altro che positiva.
Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, con record in quasi tutti gli indicatori climatici. Parallelamente, però, le energie rinnovabili stanno crescendo a un ritmo senza precedenti: nel 2024 circa il 93% della nuova capacità elettrica mondiale è arrivata da fonti pulite, segno che la transizione energetica è già in corso.
A questo punto, è troppo tardi per evitare il peggio? No, siamo ancora in tempo. Tuttavia dobbiamo cambiare il nostro stile di vita per limitare le emissioni di CO2 adottando, per esempio, il concetto di mobilità sostenibile, integrando le fonti rinnovabili alla nostra rete grazie alle smart grid o cominciando a implementare l’utilizzo di combustibili come l’idrogeno verde.
In uno dei suoi ultimi discorsi, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha proposto un piano per far ripartire la transizione energetica. Durante il suo discorso, Guterres ha ribadito come l’eolico e il solare siano tecnologie già disponibili sul mercato e molto spesso più economiche del carbone e dei combustibili fossili. Inoltre, durante questo evento ha proposto cinque azioni prioritarie.
Sei curioso di sapere quali sono? Iniziamo!
Le cinque azioni proposte dall’ONU per salvare la Terra
- Le energie rinnovabili sono diventate un bene pubblico globale. Definendole un bene pubblico, Guterres evidenzia il fatto che le tecnologie rinnovabili debbano essere disponibili per tutti. Quindi tutte le limitazioni relative alla condivisione delle conoscenze e al trasferimento tecnologico devono essere rimosse. Ma non è tutto! Anche i sistemi di accumulo devono essere capillarizzati per favorire la diffusione delle rinnovabili e permettere a queste fonti di raggiungere anche comunità off-grid in località remote.
- Migliorare l’accesso ai componenti e alle materie prime. Tutte le tecnologie rinnovabili sono costituite da componenti specifiche ed è quindi fondamentale che le risorse e materie prime siano accessibili per la loro produzione.In questo contesto è importante avere un solido coordinamento internazionale per espandere e diversificare la capacità di produzione mondiale. Inoltre, sarà fondamentale attrarre maggiori investimenti per avere una transizione energetica che comprenda anche la formazione delle persone, la ricerca, l’innovazione e la creazione di catene di approvvigionamento che proteggano ecosistemi e culture.
- Permettere l'espansione delle tecnologie energetiche rinnovabili. Per favorire lo sviluppo di progetti relativi alle fonti rinnovabili è importante che ci sia un cambiamento delle politiche nazionali. Queste dovranno includere dei processi per ridurre il rischio di mercato, incentivare gli investimenti e limitare i problemi burocratici.
Per raggiungere gli obiettivi posti dall’Europa per contrastare il cambiamento climatico non bastano misure stop and go, ma devono essere stabilite delle politiche chiare e trasparenti di lungo periodo. - Focalizzare i sussidi del governo non sui combustibili fossili ma sulle rinnovabili. Questo punto rappresenta una delle maggiori barriere finanziarie che ostacolano il passaggio alle energie rinnovabili. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, nel 2020 circa 5900 miliardi di dollari sono stati utilizzati per supportare l’industria dei combustibili fossili andando a impattare negativamente sulla salute degli individui e sull’ambiente.
Nonostante il loro impatto negativo, secondo il Fondo Monetario Internazionale, la maggior parte dei paesi in via di sviluppo investe più della metà delle loro risorse per sostenere il consumo di combustibili fossili.
E in Italia? È stato stimato che il nostro Paese spenda circa 260 milioni di euro al giorno in sussidi dannosi per l’ambiente.
Cambiare prospettiva e spostare questi aiuti dai combustibili fossili alle rinnovabili è una delle migliori soluzioni per ridurre le emissioni e avere una crescita economica, sociale e ambientale più sostenibile.
Inoltre, se solo una parte (10%-20%) dei sussidi fossero destinati alle fonti fossili, potremmo raggiungere la decarbonizzazione totale del sistema elettrico, uno degli obiettivi principali che l’Europa si sta ponendo da alcuni anni. - Triplicare gli investimenti nelle rinnovabili. Nel suo discorso il segretario generale ha affermato che non c’è carenza di soldi e che almeno 4000 miliardi di dollari all’anno dovrebbero essere investiti in fonti rinnovabili e in tecnologie volte a ridurre le emissioni di CO2 fino al 2030. In questo modo potremmo raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050.
Novità e dati aggiornati al 2025
Negli ultimi mesi le parole dell’ONU hanno trovato eco concreta:
- Investimenti record: nel 2024 sono stati spesi oltre 2.000 miliardi di dollari in energie rinnovabili, circa 800 miliardi in più rispetto ai fossili.
- Costi in calo: il solare oggi è in media 41% più economico dei combustibili fossili, e l’eolico onshore costa meno della metà.
- Tecnologia e AI: Guterres ha chiesto al settore tecnologico di alimentare i data center, in particolare quelli dedicati all’intelligenza artificiale, con il 100% di rinnovabili entro il 2030.
- Nuovi piani climatici: tutti i Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi devono presentare i loro NDC aggiornati entro settembre 2025, per garantire una riduzione del 60% delle emissioni globali entro il 2035 (rispetto ai livelli del 2019).
Questi dati dimostrano che la transizione non è solo necessaria, ma già conveniente ed economicamente sostenibile.
Conclusione
Il passaggio alle energie pulite è ormai irreversibile: nel 2024 più del 90% della nuova capacità installata a livello mondiale è stata da rinnovabili. La transizione non è più un futuro possibile, ma una realtà concreta.
Le cinque azioni dell’ONU restano una bussola fondamentale per accelerare questo percorso, che richiede impegni politici stabili, collaborazione internazionale e il coinvolgimento attivo di cittadini e imprese.
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