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Il cambiamento climatico sta avendo ripercussioni sulla nostra psiche

Surriscaldamento globale, acidificazione degli oceani, inquinamento atmosferico, crisi climatica, idrica, energetica ed economica, scioglimento dei ghiacci, aumento delle temperature … per non parlare di quello delle bollette! Insomma, stiamo vivendo un periodo di profonda crisi sotto tutti i punti di vista che caratterizzano la nostra società, e tutto questo ha un impatto non da poco anche sulla nostra salute mentale.

Seppur ci siano progetti avviati in tema di finanza sostenibile ed economia green per iniziare a contrastare la nostra (disastrosa) condizione economico-ambientale, purtroppo lo stress causato da queste pressioni sta avendo gravi ripercussioni su molti di noi. Prendersi cura della propria salute mentale è fondamentale per poter vivere in serenità con noi stessi e la società che ci circonda, ed è proprio per questo che oggi ti parleremo di eco-ansia, un termine ancora poco conosciuto, ma che ognuno di noi - a suo modo - sta vivendo e subendo quotidianamente.

La forma più rilevante di questa eco-ansia è quella legata alla condizione climatica e associata a tutti quegli aspetti derivanti dal cambiamento climatico in senso antropogenico (ovvero causati dall’azione diretta dell’uomo). Contemporaneamente si compone anche di forme di ansia e stress causate dall’incidenza delle calamità ambientali.

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Eco-ansia: ciò che mina la nostra salute mentale

Nell’ambito della letteratura scientifica, si definisce eco-ansia quella “[...] sensazione generalizzata che le basi ecologiche dell’esistenza siano in procinto di crollare” (Albrecht, 2019).

La definizione di eco-ansia, dunque, è strettamente collegata a uno stato di preoccupazione generale, ansia o paura. Seppur alcuni studiosi non la considerino ancora come un concreto e riconosciuto disturbo d’ansia, ma piuttosto una reazione naturale e comprensibile alla gravità della crisi ambientale, è evidente come chi subisce questo stato di eco-ansia, invece, abbia bisogno di un supporto per la propria salute psicofisica. Dunque, per citare la psicologa e studiosa accademica Susan Clayton, sebbene l’eco-ansia non sia ancora ufficialmente riconosciuta come una condizione medica, l’APA (American Psychological Association) l’ha definita una “[...] paura cronica del destino ambientale” (Clayton, 2017).

Sfortunatamente, ci sono alcuni fattori che possono rendere una persona più vulnerabile all’eco-ansia rispetto ad altre. Tra questi è inclusa la giovane età, l’elevata esposizione a problemi ambientali fisici e la forte esposizione a notizie sulla crisi ecologica.

Gli effetti dell'eco-ansia

Come qualsiasi disturbo d’ansia e/o comportamentale, ogni singolo individuo può sviluppare un’ampia gamma di condizioni estremamente individuali e personali con cui può esprimere il suo stato di irrequietezza dettato dall’eco-ansia. Ad alcune persone, per esempio, può capitare di avere episodi di disperazione e dolore, altre invece potrebbero esibire attacchi di panico improvvisi, mentre altre ancora hanno addirittura preso in considerazione la possibilità di non avere figli poiché sono convinte che non sia etico a causa della futura qualità della vita, destinata a peggiorare alla luce della disastrosa condizione climatica in cui versiamo.

Il filosofo ambientale di origini australiane Glenn Albrecht ha coniato il concetto di solastalgia per descrivere la condizione di nostalgia che un individuo può provare nei confronti dei danni che il cambiamento climatico può produrre sui luoghi cari a una persona. Il filosofo, nello specifico, ha fatto riferimento agli effetti dannosi derivanti dall’estrazione coatta di carbone della Upper Hunter Valley australiana sui suoi abitanti. I sintomi di questa condizione possono essere sia a breve che a lungo termine, cronici oppure acuti, ma evidenziano tutti lo stretto rapporto tra la salute del nostro ecosistema e la salute umana. Vi sono inclusi sentimenti di nostalgia, stress, dolore, alienazione, ansia, depressione, senso di perdita, disturbi del sonno, pulsioni suicide e aumento dell’aggressività.

Gli effetti dell'eco-ansia
Gli effetti dell'eco-ansia

La scala di valutazione dell’eco-ansia: The Hogg Eco-Anxiety Scale

Lo psicologo e studioso accademico Teaghan L. Hogg (University of Canberra, Australia) e la sua equipe tecnica, ha scoperto che gli individui potevano esperire uno stato di eco-ansia sia per una serie di condizioni ambientali che per il loro personale impatto negativo sul pianeta. Questo studio è stato successivamente utilizzato per lo sviluppo di una scala composta da tredici elementi, in cui sono state evidenziate quattro dimensioni specifiche dell’eco-ansia, ciascuna distinta da ansia, depressione e stress:

  • Sintomi comportamentali
  • Ansia
  • Ruminazione
  • Ansia per il proprio impatto negativo sul pianeta

I risultati hanno supportato la teoria per cui l’eco-ansia è un’esperienza psicologica quantificabile, misurabile scientificamente attraverso la scala di valutazione. I tredici livelli di questa scala sono i seguenti:

  1. Sentirsi ansioso o nervoso
  2. Non essere in grado di gestire e controllare le preoccupazioni
  3. Preoccuparsi troppo
  4. Sentirsi spaventati
  5. Impossibilità di smettere di pensare al cambiamento climatico e ad altri problemi legati alla condizione climatica globale
  6. Impossibile smettere di pensare agli eventi passati legati al cambiamento climatico
  7. Impossibile smettere di pensare alle perdite subite dall’ambiente
  8. Difficoltà a dormire
  9. Difficoltà a godersi le situazioni sociali
  10. Difficoltà a lavorare e/o studiare
  11. Sentirsi ansiosi per l’impatto dei propri comportamenti personali sull’ambiente
  12. Sentirsi ansiosi riguardo alla propria responsabilità personale nell’aiutare ad affrontare i problemi ambientali
  13. Sentirsi ansiosi che i propri comportamenti personali possano essere insufficienti per la risoluzione delle problematiche ambientali

Le fonti rinnovabili: valide alleate della salute ambientale e mentale

Seppur l’eco-ansia sia un disturbo profondo e radicato nella psiche delle persone, che ha un impatto sulla qualità della loro vita e che lascia segni profondi che richiedono un intervento mirato e specialistico per la loro risoluzione, qualcosa nel quotidiano si può ancora fare per alleviare un po’ questo stress.

La scelta di avviare la propria transizione energetica verso fonti di energia pulita e rinnovabile è sicuramente un primo passo verso un futuro più green in cui il nostro ecosistema non soffra quotidianamente. La scelta di passare al solare è una scelta consapevole e vantaggiosa sotto molteplici punti di vista, poiché l’energia solare è una fonte pulita che non emette CO2 nell’atmosfera, e dunque contribuisce alla riduzione della carbon footprint alleggerendo un po’ la pressione a cui è sottoposta quotidianamente la nostra Terra.

Scegliere di intraprendere uno stile di vita sostenibile è la prima cosa da fare per contrastare questo stato di ansia e dolore di cui soffriamo quotidianamente a causa della crisi climatica. Consapevolizzarsi, scegliere una strada green, non andare in macchina ma in bicicletta (oppure convertirsi alla macchina elettrica) sfruttare la mobilità sostenibile, fare la raccolta differenziata, prediligere un'agricoltura a filiera corta, essere sempre attenti a ciò che ci circonda sono solo alcuni dei tantissimi spunti sostenibili da adottare per aiutare la salute del nostro Pianeta, e della nostra psiche!

Noi di Otovo ci impegniamo quotidianamente per preservare il nostro ambiente in modo da offrire alle generazioni future un mondo più pulito e sano, in cui la condizione di eco-ansia sia sempre più un vago e brutto ricordo, ma che non condizioni più la nostra quotidianità.

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