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Uno nuovo studio dimostra il primato delle rinnovabili

L’Europa può davvero arrivare ad azzerare le sue emissioni entro il 2050?

Secondo l’ultima ricerca promossa da un’università finlandese la risposta è sì, e il contributo più rilevante potrebbe arrivare dalle energie pulite, e in particolare proprio dal fotovoltaico.

Lo studio sostiene infatti che gli obiettivi climatici fissati dagli Accordi di Parigi, che mirano a limitare a +1,5 gradi il surriscaldamento globale entro fine secolo, possono essere raggiunti. Come? Senza aumentare i costi e senza il ricorso a tecnologie per le emissioni negative, bensì attraverso un sistema energetico basato su elettrificazione diretta e indiretta e sulla dominanza delle fonti rinnovabili.

In questo articolo Otovo osserveremo nel dettaglio i risultati dello studio, evidenziando le attività che potrebbero portare a un effettivo cambio di rotta e a un nuovo e più sostenibile domani.

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E ora … buona lettura!


Cosa ci dice il nuovo studio finlandese

Low-cost renewable electricity as the key driver of the global energy transition towards sustainability”: così si intitola l’elaborato realizzato dai ricercatori della Lappeenranta University of Technology (LUT), la prestigiosa università tecnologica finlandese che in passato aveva già prodotto diversi studi sulla possibilità di realizzare un sistema economico circolare fatto al 100% di energie pulite e rinnovabili in tutti i settori (dalla produzione elettrica ai trasporti, dal riscaldamento fino alle industrie).

La loro ricerca è nata per rispondere concretamente alla domanda e all’obiettivo concordato dai governi mondiali di mantenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C in più rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C entro l’anno 2050.

La “soluzione” individuata dalla LUT si fonda su tre tecnologie fondamentali:

  • Il fotovoltaico
  • Le batterie di accumulo
  • Gli elettrolizzatori

Tre elementi che consentiranno di produrre idrogeno verde e carburanti sintetici da elettricità 100% pulita.

Ma che cos’è l’idrogeno verde e perché può essere così impattante per il nostro domani?


Idrogeno verde

L’idrogeno verde rappresenta la cosiddetta variante pulita dell’idrogeno.

Esso non è presente in natura ma si produce attraverso le energie pulite e rinnovabili, a seguito del processo di elettrolisi che consente di produrre energia senza generare effetti inquinanti.

Una fonte pulita e producibile in qualsiasi luogo, che può essere utilizzata in svariati settori come quello dei trasporti, della produzione industriale e di distribuzione del gas.

Ma si tratta soprattutto di un alleato importante per contrastare i cambiamenti climatici che stanno pian piano, ma in modo inesorabile, distruggendo il nostro futuro e avviare il processo di decarbonizzazione.

Dunque è fondamentale rendere possibile la diffusione di questa risorsa, e per farlo è necessario che l’energia utilizzata per alimentare il processo di estrazione derivi, interamente, da fonti pulite e rinnovabili.

Tornando alla ricerca della LUT ed esaminando i dati già presenti e le situazioni specifiche di ogni paese europeo, gli esperti sono arrivati a elaborare due nuove possibili strade che potranno portare al raggiungimento di una decarbonizzazione totale:

  • La prima, a costi neutri, permette di raggiungere le emissioni zero entro il 2050 come concordato con gli Accordi di Parigi
  • La seconda invece, aumentando i costi energetici del 9%, porta allo stesso obiettivo ma 10 anni prima, e con emissioni totali di CO2 inferiori del 17%

In entrambi gli scenari il fotovoltaico è il vero protagonista, con quote sulla generazione totale di energia pari al 61-63% che consentirà di mantenere i valori lcoe (ovvero il costo livellato dell'energia) a una media di 53-54€ per MWh a livello globale.

“La caratteristica fondamentale del futuro energetico europeo”, spiegano i ricercatori, “può essere meglio descritta da un’economia power-to-X, che può evolvere su scala globale in un’economia solar-to-X”.

Ciò vuol dire diffondere l’elettricità per mezzo solo di fonti pulite e rinnovabili, al fine di ampliare sempre più gli usi finali grazie alla produzione di idrogeno verde.


Il fotovoltaico

Come abbiamo visto, il fotovoltaico, e dunque l'installazione di impianti fotovoltaici, è la soluzione principale individuata dallo studio.

Considerando tutti i segmenti di mercato e tutte le tipologie di impianti, si prospetta che quest’ultimo rappresenterà il 32% del mix elettrico mondiale nel 2030 e il 76% nel 2050, arrivando a una potenza totale installata intorno a 63.000 GW.

Questa previsione punta ad aprire la strada a nuove soluzioni e azioni unitarie che i governi mondiali saranno tenuti a compiere, o ad accelerare, nei prossimi anni.

E mentre l’attuazione del piano RePower EU si propone di ridurre a zero l’apporto energetico dalla Russia entro il 2027 e a favorire la transizione verde nel continente europeo, oggi anche ognuno di noi ha la possibilità di percorrere la sua strada verso un futuro sostenibile, dando il proprio contributo verso la transizione energetica grazie all'installazione di un impianto fotovoltaico che produce energia pulita.

Scegliendo di installare un impianto fotovoltaico sul proprio tetto è possibile ridurre le emissioni di CO2 e la nostra impronta di carbonio, così da compiere un passo sempre più vicino alla decarbonizzazione.

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Domande frequenti

Cosa si intende per processo di decarbonizzazione?

L'azione di decarbonizzazione mira a passare quanto prima dall'uso di combustibili fossili come carbone, gas naturale o petrolio a fonti di energia rinnovabili e prive di emissioni di carbonio.

Cosa dice la nuova ricerca della LUT?

Secondo lo studio compiuto dall’università finlandese, per arrivare all'azzeramento delle emissioni nocive entro il 2050, è necessario un investimento consistente e duraturo sulle rinnovabili e in particolare sul settore del fotovoltaico.

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