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Tutto quello che devi sapere sull’Accordo di Parigi sul clima

Se sei interessato al mondo della sostenibilità avrai più volte sentito parlare dell’Accordo di Parigi. La redazione di questo importante documento rappresenta un nuovo sforzo per combattere il cambiamento climatico globale, poiché richiede agli Stati Membri di assumere nuovi impegni e rafforzarli progressivamente per la salvaguardia dell’ecosistema mondiale.

In questo articolo ti spiegheremo gli obiettivi di questo patto e perché il nostro futuro potrebbe dipendere dal suo successo.

Di recente, inoltre, c'è stato il Climate Action Day. Il cambiamento climatico è una sfida globale che non rispetta i confini nazionali, che richiede soluzioni e cooperazione per aiutare tutti i Paesi a muoversi verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

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Che cos'è l'Accordo di Parigi sul clima?

L’Accordo di Parigi è un trattato internazionale stipulato tra gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), riguardo alla riduzione di emissione di gas serra per contenere il conseguente surriscaldamento globale. Adottato da quasi tutte le nazioni nel 2015 per affrontare un problema sempre più comune: il cambiamento climatico.

L’accordo include una serie di impegni che tutti i principali paesi dovranno perseguire per ridurre l’inquinamento atmosferico. Inoltre, fornisce un percorso per le nazioni sviluppate per dare assistenza ai paesi in via di sviluppo nei loro sforzi di mitigazione del riscaldamento globale.

La storia dell'Accordo di Parigi

Redatto in sole due settimane a Parigi durante la COP21 e adottato il seguente 12 dicembre 2015, l’Accordo di Parigi ha segnato una svolta storica per l'azione globale per il clima. L'obiettivo sul lungo periodo è quello di rafforzare la risposta mondiale alla minaccia posta dai cambiamenti climatici, nel contesto dello sviluppo sostenibile e degli sforzi volti a eliminare la povertà, e tenendo conto del principio delle responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità, alla luce delle diverse circostanze nazionali.

Gli stati membri dell’UNFCCC hanno firmato l’Accordo e sono fortemente determinati ad attuarlo con l’obiettivo di diventare la prima economia e società a impatto climatico zero entro il 2050.

L'Accordo di Parigi è entrato ufficialmente in vigore il 4 novembre 2016, con l'adempimento della condizione della ratifica da parte di almeno 55 paesi che rappresentano almeno il 55% delle emissioni globali di gas a effetto serra. Tutti i paesi dell'UE hanno ratificato l'accordo.

Quanti paesi hanno firmato l'Accordo di Parigi?

Il 12 dicembre 2015 è una data storica per il nostro Pianeta: i 197 stati membri della UNFCC adottano quella che viene conosciuta come la prima intesa universale e giuridicamente vincolante sul climate change.

Oggi di quel patto fanno ufficialmente parte 191 stati (su 195 firmatari), tutti uniti da un obiettivo comune: contenere a lungo termine l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto della soglia di 2°C oltre i livelli pre-industriali, e di limitare tale incremento a 1.5°C.


Gli obiettivi dell'Accordo di Parigi

La COP21 ha stabilito un quadro mondiale per proteggere il clima del nostro Pianeta e proseguire nella direzione già avviata con il Protocollo di Kyoto. Questo documento di 32 pagine delinea un piano di azione globale per il clima, inclusa la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la rendicontazione trasparente e la possibilità di sostenere i paesi in via di sviluppo.

Scopri di seguito gli obiettivi preposti da questo patto sul clima.

Mitigazione del surriscaldamento globale e riduzione delle emissioni

Tra gli obiettivi principali presenti in questo patto rientra la limitazione del surriscaldamento globale e la riduzione delle emissioni di gas serra. L’accordo prevede infatti di limitare l’aumento di temperatura media globale, ponendo come limite di crescita 1,5°C. Inoltre, il patto richiede ai paesi di ottenere il prima possibile un livellamento delle emissioni globali di CO2 e di diventare neutrali entro la seconda metà di questo secolo. Infatti, la differenza tra 1,5°C e 2°C potrebbe significare più povertà, caldo estremo, innalzamento del livello dei mari e degli oceani, perdita di habitat naturali e siccità.

Voglio contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico

Inoltre, per raggiungere gli obiettivi originali dell'Accordo di Parigi, 186 stati responsabili di oltre il 90% delle emissioni globali hanno presentato delle strategie nazionali per ridurre le emissioni di carbonio, note come Intended Nationality Determined Contribution (INDC). Questi obiettivi hanno delineato gli impegni di ciascun paese a ridurre le emissioni entro il 2025 e 2030.

È bene specificare che non ci sono dei requisiti specifici su come o quanto i diversi stati debbano ridurre le proprie emissioni, ma si sono delineate aspettative politiche sulla tipologia e rigore degli obiettivi. Quindi, i piani nazionali variano molto in termini di portata e ambizione, riflettendo ampiamente sulla capacità di ciascun paese, il suo livello di sviluppo e il suo contributo alle emissioni nel tempo.

Per esempio, la Cina si impegna a ridurre le proprie emissioni di carbonio entro il 2030. L’India ambisce a ridurre l'intensità delle emissioni del 35% rispetto ai livelli registrati nel 2005 e generare il 40% della sua elettricità da fonti rinnovabili.

Fornire un quadro per la trasparenza, la responsabilità e il raggiungimento degli obiettivi più ambiziosi

L’Accordo di Parigi include diverse misure obbligatorie per il monitoraggio, la verifica e la comunicazione pubblica dei progressi verso gli obiettivi di riduzione delle emissione di ogni paese.

La trasparenza è un valore fondamentale che tutti i paesi devono abbracciare per raggiungere i punti prefissati. Tra gli altri requisiti, inoltre, gli stati sono tenuti a segnalare i propri livelli di gas serra così che esperti esterni possano valutare il possibile raggiungimento degli obiettivi. E ancora, le nazioni dovrebbero rivedere i loro impegni e aggiornare i loro obiettivi rendendoli più ambiziosi ogni cinque anni, così da accelerare la transizione energetica.

Queste disposizioni in materia di trasparenza e responsabilità sono simili a quelle contenute in altri accordi internazionali. Sebbene il sistema non includa sanzioni pecuniarie, i requisiti mirano a facilitare il monitoraggio dei progressi dei singoli stati e a promuovere un senso di ambizione a livello globale.

Supportare i paesi in via di sviluppo per la mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici

Come abbiamo anticipato, l’Accordo di Parigi pone fine alla severa distinzione di principio fra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo.

I paesi sviluppati dovranno anche stimare un’assistenza finanziaria per i paesi in via di sviluppo così da aiutarli a ridurre le emissioni e ad adattarsi agli impianti dei cambiamenti climatici.

Ai paesi più poveri viene concesso un certo margine di discrezionalità per l'attuazione. I paesi industrializzati sono inoltre esortati, ma non obbligati, a rispettare il loro ruolo di pionieri, continuando a fissare obiettivi assoluti sull'insieme dell'economia. In cambio, i paesi in via di sviluppo sono invitati a perseguire anche obiettivi economico-finanziari.

La distinzione fra i paesi è dinamica poiché gli obiettivi di riduzione sono fissati a livello nazionale e devono rappresentare la maggiore ambizione possibile di un paese. L'obiettivo di riduzione di ogni paese è quindi misurato in base alla propria responsabilità e alle capacità mutevoli in ambito climatico.

Di seguito un’infografica riassuntiva degli obiettivi e le azioni dell’Accordo di Parigi:

Gli obiettivi dell'Accordo di Parigi
Gli obiettivi dell'Accordo di Parigi

Politiche di supporto all’Accordo di Parigi sul clima

Nel quadro dell’Accordo, l’UE e altri paesi sviluppati continueranno a sostenere l’azione per il clima nell’intento di ridurre le emissioni e migliorare la resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo. Gli altri paesi, contestualmente, sono incoraggiati a fornire lo stesso sostegno in modo volontario.

In questo quadro, i paesi sviluppati prevedono di mantenere sino al 2025 l’obiettivo complessivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno. Dopo questo periodo verrà stabilito un nuovo obiettivo più consistente.

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Conclusione

L’Accordo di Parigi sul clima è un patto ambizioso i cui obiettivi prefissati sono stati pensati per la salvaguardia del nostro Pianeta e dell’economia mondiale.

Solo restando uniti e impegnandoci quotidianamente nel mantenere uno stile di vita sostenibile si avrà così la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati dall’accordo e assicurare alle nuove generazioni un futuro rigoglioso e senza preoccupazioni in materia energetica e green.

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Domande frequenti

Che cos'è l'Accordo di Parigi sul clima?

L’Accordo di Parigi è un trattato internazionale stipulato tra gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), riguardo alla riduzione di emissione di gas serra per contenere il conseguente surriscaldamento globale. Adottato da quasi tutte le nazioni nel 2015 per affrontare un problema sempre più comune: il cambiamento climatico.

Quali sono i paesi aderenti all’Accordo di Parigi?

Affinché l’Accordo di Parigi avesse validità era necessaria la presenza di almeno 55 paesi, con la partecipazione di Stati che unitamente fossero responsabili per almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra. Nel corso degli anni la quota di paesi aderenti all’Accordo è arrivata a 197.

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