Transizione energetica e investimenti: cosa ci attende?
Gli obiettivi e gli aspetti da considerare negli investimenti green
Il 2022 si è appena concluso e, sicuramente, possiamo tutti confermare non sia stata un anno facile.
Di fronte allo scoppio del conflitto russo-ucraino e allo stop del gas abbiamo assistito a una situazione economica globale degenerante.
I prezzi del gas e delle materie prime sono andati incontro a un aumento senza precedenti, e così le banche di tutto il mondo hanno risposto con rialzi aggressivi dei tassi, che hanno messo a dura prova la crescita dei paesi.
Cosa ci aspetta in questo 2023?
La ripresa economica resa possibile da piani d’azione globali sta sicuramente mostrando i primi segni di rialzo, e grazie a questi l’interesse degli investitori ha conosciuto una nuova crescita.
In questo articolo vogliamo dare un’occhiata alla situazione dei mercati, con uno sguardo a quello che ci attenderà e a quelli che saranno gli aspetti che i finanziatori dovranno considerare per un’economia circolare e l’accelerazione di uno sviluppo verso le fonti di energia rinnovabile.
Sei pronto? Iniziamo!
I mercati del 2023
Secondo le stime degli esperti del settore economico ed energetico, nel 2023 potremo vedere il ritorno a mercati più normali, guidati dall’economia piuttosto che dalla geopolitica e da un interesse maggiore verso i temi legati al cambiamento climatico, diventati oggi una priorità.
La spinta verso l’indipendenza energetica ha inoltre generato a un enorme interesse da parte degli investitori mondiali sulla finanza sostenibile, grazie soprattutto alla promozione di piani di sviluppo.
A maggio per esempio l’Unione Europea ha lanciato il programma RePowerEU, un piano che punta a porre fine alla dipendenza dal gas russo e che prevede un pacchetto di investimenti da 300 miliardi di euro. Risorse che verranno utilizzate per semplificare e accelerare la transizione alle rinnovabili e investire ulteriormente nelle tecnologie pulite.
Gli Stati Uniti, invece, nel mese di agosto hanno annunciato un pacchetto di investimenti da 370 miliardi di dollari e ulteriori incentivi sotto forma di crediti d’imposta sugli investimenti per i progetti rinnovabili.
Ma non è tutto: durante la COP27 tenutasi lo scorso novembre i Paesi sviluppati si sono impegnati a fornire circa 100 miliardi di dollari all’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo a finanziare la loro transizione verso l’energia pulita.
Investire nella transizione: i 3 aspetti da considerare
Come sopracitato, i temi e le azioni per accelerare la transizione e raggiungere un’indipendenza energetica stanno suscitando molto interesse da parte degli investitori.
Tuttavia è necessario per questi ultimi tenere a mente e considerare tre aspetti importanti che possono guidarli verso migliori investimenti per il futuro.
Vediamoli di seguito!
1. Esporsi lungo tutta la catena
Ciò significa considerare investimenti riguardanti tutte le tipologie di materiali, dunque sia le materie prime che i cosiddetti “disruptive materials” (rame, litio e zinco), e le tecnologie rinnovabili necessarie per produrre e distribuire energia pulita, come i pannelli solari.
Produci la tua energia pulita2. Tenere a mente che gli orizzonti di investimento per le tecnologie della decarbonizzazione sono molto diversi e variabili tra loro
Solare ed eolico per esempio sono oggi i mercati più maturi, con costi di produzione minimi, rapida diffusione e flessibilità nelle installazioni. Tuttavia l’energia nucleare ha il potenziale per crescere molto rapidamente, grazie al progresso che sta interessando il settore. L’idrogeno invece si trova ancora in una fase embrionale, ma potrebbe conoscere presto uno sviluppo inaspettato.
3. Gli investimenti nelle fonti di energia pulita possono essere complementari
Investire in più fonti può essere infatti un vantaggio. Basti pensare al nucleare e all’idrogeno che, grazie alla loro adattabilità, potrebbero aiutare a decarbonizzare più velocemente settori come i trasporti e l’edilizia.

Il primato della Norvegia
Nuovo perno europeo per gas e petrolio, la Norvegia è diventata, in questi ultimi mesi, una delle maggiori protagoniste della transizione green ed energetica.
Oslo è infatti tra le città vincitrici della "guerra del gas", avendo aumentato le sue esportazioni verso Regno Unito e Unione Europea.
Inoltre grazie allo sviluppo degli idrocarburi, costruisce da decenni il suo modello economico e il suo welfare.
Si tratta di fattori che aumentano considerevolmente il valore degli investimenti sulla transizione, grazie anche ai grandi introiti che alimentano il Fondo sovrano norvegese a circa 1,2 trilioni di dollari.
Conclusione
Quello che ci attende è un anno che ha tutti i presupposti per far sì che l’interesse e l’impegno verso una transizione energetica duratura possano portare a un vero cambiamento.
Gli investitori e i Paesi di tutto il mondo si dovranno impegnare sempre di più a portare avanti gli obiettivi di sviluppo concordati dai piani quali il già citato REPowerEU, l’European Green Deal, l’Agenda 2030 e gli Accordi di Parigi.
Ma nel percorso verso la sostenibilità anche i cittadini sono chiamati ad agire e a porre le basi per costruire un nuovo domani.
Per farlo possono bastare semplici azioni, come decidere di passare all’energia pulita grazie a un impianto fotovoltaico.
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Domande frequenti
Quali sono gli investimenti green?
Gli investimenti green sono quelli legati a progetti con un impatto ambientale positivo, per esempio legati all'efficienza energetica o allo sviluppo di fonti rinnovabili.
In che cosa consiste il processo di transizione energetica?
Si tratta di realizzare il passaggio da un mix energetico centrato sui combustibili fossili a uno a basse o a zero emissioni di carbonio, basato sulle fonti rinnovabili.