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Le azioni necessarie per la transizione energetica secondo IRENA

È stato pubblicato recentemente il “World Energy Transitions Outlook 2023”, il nuovo rapporto IRENA che prova a delineare gli scenari al 2030 e al 2050 per quanto riguarda l’andamento del cambiamento climatico e delle azioni necessarie a fermarlo.

Rendere possibile raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, ossia limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5°C portando le emissioni di CO2 a zero entro il 2050, si sta rivelando un’operazione molto complessa e che, nei prossimi anni, richiederà ancora più sforzi da parte di tutti i Paesi.

L’obiettivo primario è sempre lo stesso: investire nelle rinnovabili e portarle a un utilizzo sempre più ampio.

In questo nuovo articolo ti raccontiamo di più sul nuovo rapporto, mostrandoti attraverso i principali grafici a che punto siamo oggi secondo i dati raccolti da IRENA sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e dove potremmo (e dovremmo) essere nel 2030 e 2050.

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Bene, iniziamo!


Rapporto IRENA energia : una panoramica in grafici

Il “World Energy Transitions Outlook 2023” è il nuovo documento di IRENA che spiega la necessità di un veloce cambio di rotta riguardo il panorama energetico attuale.

Presentato a Berlino pochi giorni fa, il rapporto vuole offrire approfondimenti sulle scelte tecnologiche, le esigenze di investimento, il quadro politico e gli impatti socioeconomici che il raggiungimento di un futuro energetico sostenibile avrebbe sulla popolazione e sulla politica globale.

Si tratta soprattutto, dice IRENA energia, di sviluppare nuove soluzioni che ridisegnino il sistema energetico attuale, oggi ancora troppo caratterizzato dall’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili.

Tra queste spiccano combustibili fossili quali petrolio, carbone e combustibili nucleari come l’uranio, il cui utilizzo è responsabile di circa 3/4 dell’incremento di anidride carbonica degli ultimi 20 anni.

Per tale motivo, la necessità e la velocità con cui passare in modo sempre più consistente alle fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico, si sta facendo sempre più elevata e richiederà politiche e misure strettamente mirate.

Con le politiche attuali, infatti, evidenzia il rapporto, nel solo settore della produzione di energia elettrica le fonti rinnovabili arriverebbero a 5,4 TW di capacità cumulativa nel 2030, circa metà di quello che servirebbe in un percorso compatibile con il traguardo 1,5 °C.

Il rapporto stima che, a livello mondiale, si dovranno investire 35mila miliardi di dollari al 2030 nelle diverse tecnologie della transizione green: dalle rinnovabili ai veicoli elettrici, passando per le reti, le soluzioni di efficienza energetica, la produzione di idrogeno e così via.

Come vediamo da questo primo grafico, nel 2022 nel settore elettrico sono stati installati 295 GW di rinnovabili, con una quota percentuale pari all’83% sul totale del nuovo installato.

Nuova capacità installata (Fonte: IRENA)
Nuova capacità installata (Fonte: IRENA)

Sembra dunque che le energie rinnovabili stiano correndo, ma la loro accelerata purtroppo non è ancora abbastanza.

Per arrivare a raggiungere i risultati sperati entro il 2030, limitando così il rischio di innalzamento della temperatura globale, bisognerebbe installare una media di quasi 1000 GW all’anno, di cui all’incirca 551 GW di fotovoltaico e 329 GW di eolico, contro, rispettivamente, 191 e 75 GW sviluppati nel 2022.

Elettrificazione con le rinnovabili (Fonte: IRENA)
Elettrificazione con le rinnovabili (Fonte: IRENA)

Questo significa dunque che gli investimenti in nuova produzione elettrica da energie rinnovabili dovrebbero quasi triplicare, da 486 miliardi di dollari all’anno a 1.300 miliardi.

Questo richiederà investimenti cospicui anche per le reti elettriche e le tecnologie correlate, come ad esempio i sistemi di accumulo per fotovoltaico.

Il rapporto IRENA energia affronta anche un altro tema: come dovrebbe cambiare, entro il 2050, il quadro dei consumi energetici finali?

Proiettandosi in uno scenario ideale, IRENA prevede che entro questa data si arrivi a una diminuzione dei consumi globali di energia del 15% rispetto al 2020, con un significativo crollo della quota delle fonti fossili (dal 66% nel 2020 al 12% nel 2050).

Il peso delle rinnovabili dovrebbe dunque essere sempre più vicino al 100%, arrivando a toccare il 91% dei consumi elettrici finali mondiali, tra cui:

  • Il 14% verrà dall’idrogeno, tra usi diretti e indiretti tramite carburanti sintetici ricavati da idrogeno green e CO2
  • Il 16% dagli usi “moderni” delle biomasse, con impianti e tecnologie a elevata efficienza
Consumi energetici finali (Fonte: IRENA)
Consumi energetici finali (Fonte: IRENA)

Il rapporto evidenzia inoltre il modo in cui dovrebbe evolversi la fornitura globale di energia primaria.

La quota globale delle rinnovabili, che nel 2020 era del 16%, nel 2030 dovrebbe arrivare al 34% per poi toccare il 77% nel 2050.

Le fonti fossili, invece, quelle derivate dalla trasformazione di sostanza organica in forme molecolari, sarebbero ancora dominanti fino al 2030, ricoprendo il 60% delle forniture, per poi andare in pareggio con le rinnovabili cinque anni più tardi e diminuire costantemente nei decenni successivi.

La quota di nucleare infine rimarrebbe sempre stabile, intorno al 6-7%, senza conoscere quindi quel nuovo boom di progetti che alcuni ritengono possibili.

Fornitura globale di energia primaria (Fonte: IRENA)
Fornitura globale di energia primaria (Fonte: IRENA)

Conclusione

Nel suo rapporto IRENA energia sottolinea più volte come arrivare a tali risultati richiederà sforzi enormi, che potranno essere raggiunti solo se ci sarà una volontà politica e sociale molto più incisiva in grado di accelerare gli investimenti soprattutto nelle economie emergenti.

Riuscire a contrastare il cambiamento climatico è diventata una necessità che potrebbe avere effetti molto impattanti sul nostro futuro e su quello delle generazioni future.

Non possiamo tornare indietro, ma possiamo tutti impegnarci affinché la crisi climatica non ci metta ancora più in difficoltà.

Lasciare spazio alle rinnovabili e permettere la loro diffusione su scala globale diventerà nei prossimi anni un vero e proprio imperativo, che non coinvolgerà solamente potenze e istituzioni bensì ogni singolo cittadino.

Otovo crede che ognuno di noi possa contribuire a questo cambiamento, per questo motivo la nostra missione è portare sempre più italiani a passare al solare grazie a un impianto fotovoltaico.

Produrre energia pulita può aiutare a contrastare il cambiamento climatico e la nostra impronta di carbonio, ma può anche rappresentare un enorme vantaggio economico e di risparmio visto il difficile periodo storico che stiamo attraversando.

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Domande frequenti

Cosa dice il nuovo rapporto IRENA sulla transizione energetica?

Il nuovo rapporto IRENA sottolinea l’importanza di sviluppare nuove soluzioni che ridisegnino il sistema energetico attuale, oggi ancora troppo caratterizzato dall’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili.

Quali sono i Paesi che investono di più in energie rinnovabili?

Attualmente gli USA, la Cina e l’Australia sono i Paesi con i più alti investimenti in energie pulite.


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