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Le decisioni dei 20 Grandi riuniti per contrastare la crisi climatica

Si è recentemente concluso il G20 di Bali, il principale forum di cooperazione economica e finanziaria a livello globale e uno degli eventi più importanti per le discussioni sulla drammatica  condizione climatica e i necessari provvedimenti da prendere al riguardo.

L’eco del G20 è rimbalzato fino a Sharm el-Sheikh in cui contemporaneamente si è tenuta la COP27 sul clima, e in questi due avvenimenti non si è fatto altro che ribadire e accelerare il perseguimento degli obiettivi preposti dall’Accordo di Parigi e riconfermati nell’Agenda 2030, ovvero il contenimento del surriscaldamento globale al di sotto di 1,5°C e la riduzione delle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera.

Obiettivi che sia su larga che su piccola scala tutti noi stiamo cercando di raggiungere per salvaguardare il nostro Pianeta da ulteriori disastri ambientali dettati dal cambiamento climatico e il surriscaldamento globale. Purtroppo stiamo vivendo sulla nostra pelle le conseguenze del climate change e di un comportamento sregolato degli apparati produttivi. È per questo motivo che, fortunatamente, sono state molteplici le attività in tema di finanza sostenibile e green economy per risollevare l’economia del nostro Paese da un lato, ma anche le prospettive ambientali di tutto il mondo, dall’altro.

Nell’articolo di oggi tireremo un po’ le somme di quello che si è dichiarato durante il G20 in Indonesia, di come le stesse tematiche si siano riscontrate anche durante i giorni di COP27 e di come, soprattutto, sia necessario agire subito e unitamente per risolvere davvero la situazione, perché il tempo stringe.

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G20: un po' di storia

Il G20 nasce nel 1999 in veste di foro di consultazione dei ministri finanziari e governatori delle banche centrali dei maggiori Paesi di tutto il mondo, soprattutto alla luce della crisi finanziaria asiatica del ‘97.

Per dieci anni questo coordinativo non si è preposto alcun obiettivo effettivo di coordinamento e indirizzamento delle politiche ma, in seguito alla grande recessione del 2007/2008, è stato riproposto come una sede di concentrazione dei capi di stato e di governo.

Fu con il G20 di Pittsburgh, nel settembre 2009, che il G20 divenne evento regolare, rendendosi di fatto erede del G7 come principale luogo di coordinamento finanziario ed economico a livello internazionale.  L’ampliamento corrispose a un naturale riconoscimento sia delle opportunità che dei problemi della globalizzazione, nonché del peso rapidamente decrescente dei 7 Grandi sul PIL e il commercio mondiali.

Di esso fanno parte l'Unione Europea e 19 paesi tra i più industrializzati del mondo, ovvero Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Turchia, nonché una serie di invitati occasionali (di norma uno o due stati scelti dal paese che ha la presidenza di turno) e permanenti (Spagna, l'Unione Africana, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e altri).

Il G20 rappresenta i due terzi del commercio e della popolazione mondiale e oltre all'80% del PIL mondiale.


Il G20 di Bali: la dichiarazione finale

Con il summit del G20 in Indonesia e le discussioni avvenute sul tavolo del COP27 a Sharm el-Sheikh sono state rimesse in moto trattative sul clima che sembravano essersi arenate di fronte a una serie di veti incrociati.

La dichiarazione finale del G20 di Bali ha colto di sorpresa persino i più ottimisti tra i partecipanti impegnati sui tavoli di negoziazione in Egitto, minando le sicurezze di molti partecipanti in merito alla risoluzione della crisi energetica.

Il surriscaldamento globale

I leader del G20 hanno dato mandato ai ministri presenti alla COP27 di “[...] aumentare urgentemente l'ambizione di mitigazione e adattamento", ma anche in materia di finanza climatica e perdite e danni. Hanno poi ribadito la necessità di rimettere mano ai piani climatici per il 2030 in modo da allinearli all’Accordo di Parigi, dal momento che quelli attuali mettono sulla buona strada per 2,4°C entro il 2100, anziché gli 1,5 gradi stabiliti a Parigi.

Da Bali arriva un’indicazione precisa: i leader del G20 hanno riaffermato il loro impegno per il limite di 1,5°C, riconoscendo che gli impatti climatici saranno tanto inferiori quanto più l'aumento della temperatura media verrà mantenuto entro tale limite.

I combustibili fossili

Per quanto riguarda le emissioni da combustibili fossili, inoltre, i leader del G20 riconoscono nell’insicurezza e nella volatilità di questi gas nocivi la drammaticità di impatto su famiglie e imprese. Ne vedono dunque la soluzione nell’accelerazione della transizione energetica verso fonti rinnovabili di energia pulita e sicura. La strada da percorrere consiste dunque nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica.

L'Agenda Bridgetown

Durante la COP27, la premier delle Barbados Mia Mottley, sostenuta dalla Francia, aveva proposto l’Agenda Bridgetown, un programma per riformare la finanza climatica in modo da evitare l'indebitamento dei Paesi vulnerabili.

Il G20 ha accolto la proposta della premier e ha infatti chiesto alle banche multilaterali di sviluppo di fare un passo avanti, affermando che la sua revisione indipendente sulle pratiche di prestito verrà aggiornata entro la primavera del 2023.


Conclusione

Seppur tiepido, possiamo affermare che anche da Bali e dal G20 arrivi un incoraggiamento sul fronte della situazione climatica.

Diciannove dei Paesi partecipanti al G20 hanno ribadito l’importanza dell’unione e di scartare la guerra come risoluzione alle problematiche.

Ed è proprio rimanendo uniti e impegnandoci tutti i giorni che insieme possiamo contrastare la crisi energetica e climatica per permettere alle future generazioni un futuro migliore. Scegli di passare al solare e comincia da questo piccolo gesto quotidiano a fare del bene al Pianeta! Immetti l’indirizzo di tuo interesse nella barra di ricerca sottostante e calcolati un preventivo gratuito e personalizzato per un impianto fotovoltaico sul tuo tetto.


Domande frequenti

Cosa sta a significare G20?

Il Gruppo dei Venti (G20) è un insieme di venti tra le maggiori economie mondiali costituitosi nel 1999, concepito come un blocco che avrebbe riunito le più importanti economie industrializzate e in via di sviluppo per discutere della stabilità economica e finanziaria internazionale.

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