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Per la decarbonizzazione mondiale servono più sforzi

Un nuovo studio pubblicato da IRENA in occasione della COP27 ci mostra come gli sforzi globali per promuovere le energie rinnovabili non siano al momento adeguati, soprattutto nell’ottica di raggiungere l’obiettivo di limitare l'aumento della temperatura a 1,5 °C previsto dall’Accordo di Parigi.

A che punto siamo e quanta strada ancora c’è da fare? In questo articolo analizzeremo insieme i dati principali evidenziati dal report e quali soluzioni è necessario mettere in atto.

Daremo inoltre uno sguardo sulla situazione delle rinnovabili in Italia e in che modo è possibile accelerare la crescita.

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Bene, iniziamo!


I risultati dello studio IRENA

Si è da poco conclusa la COP27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Sharm el-Sheikh sotto la presidenza dell’Egitto.

I temi discussi hanno permesso di osservare un leggero cambiamento in positivo riguardo la crescita economica mondiale, per merito dei processi di decarbonizzazione messi in atto dai diversi Paesi e dell’espansione di un’idea di economia circolare basata sui servizi meno energivori.

Ciononostante, sono stati evidenziati anche segni negativi riguardanti soprattutto la lentezza del progresso a livello mondiale.

A evidenziare questi ritardi è stato lo studio "Renewable Energy Targets in 2022” pubblicato da IRENA, l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili.

Con lo scopo di comprendere e mettere in chiaro in che modo e con quali modalità sia necessario intervenire a livello globale, il report ha mostrato una situazione di notevole tardività e ostacoli, in particolare per quanto riguarda le fonti di energia rinnovabili.


I limiti evidenziati

Come sappiamo, le fonti di energia pulita rappresentano un modo con cui ridurre le emissioni di gas a effetto serra, raggiungere la neutralità carbonica e per avere una fornitura infinita di energia, diversamente dai combustibili fossili che prima o poi si esauriranno.

Ma lo sviluppo di queste fonti energetiche non procede, secondo l’IRENA, con i ritmi auspicati.

Dei 183 firmatari dell'Accordo di Parigi - il trattato stipulato nel 2015 tra gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici - solo 143 hanno introdotto le energie rinnovabili nei loro programmi di sviluppo.

A ciò si aggiunge inoltre il fatto che solo 12 Paesi si sono impegnati a raggiungere una specifica percentuale di energie rinnovabili all’interno del loro mix energetico totale (per esempio per mezzo di nuovi regolamenti).

Numeri ancora troppo bassi, che non consentono al comparto delle rinnovabili di mostrare appieno tutto il suo potenziale e di non portare miglioramenti in ambito di cambiamento climatico.

Dal report IRENA è emerso come, entro il 2050, la metà dell’energia consumata su scala globale dovrà provenire dall’elettricità e come il 90% del processo di decarbonizzazione dovrà essere legato invece alle energie rinnovabili.

Tuttavia, affinché questi obiettivi siano raggiunti, è strettamente necessario mettere in atto un’azione efficace per potenziare lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile già entro il 2030 per raggiungere i piani dell'Agenda e del Green Deal Europeo.

Ma anche in questo caso notiamo che i diversi Paesi coinvolti non stanno facendo abbastanza.

L’obiettivo che puntano a raggiungere per il 2030 è infatti pari solo a 5,4 TW di capacità installata di energia rinnovabile, ovvero la metà dei 10,8 TW di capacità necessaria, secondo l’IRENA, per rispettare la tabella di marcia utile a limitare l'aumento della temperatura a 1,5 °C.

Per raggiungere gli obiettivi attuali entro il 2030, i diversi Paesi dovrebbero incrementare la capacità installata di 2,3 TW, pari a 259 GW annui per i prossimi nove anni.

Rinnovabili: capacità installata al 2021, target al 2030 e scenario IRENA
Rinnovabili: capacità installata al 2021, target al 2030 e scenario IRENA

Un ulteriore aspetto importante emerso dal report riguarda la distribuzione geografica della produzione di energia da fonti rinnovabili: questa non risulta infatti distribuita in modo omogeneo su scala globale, ma concentrata in poche zone del mondo.

Nello specifico, il dato più alto in termini di capacità è registrato dall’Asia, seguita dall’Europa e dal Nord America.

Più bassi, nonostante l’elevato potenziale di questi territori, sono invece i numeri relativi al Medio Oriente e al Nord Africa, che rappresentano solo il 3% degli obiettivi di sviluppo globale per il 2030.


Le soluzioni proposte

Per dare un'accelerata al passaggio verso le rinnovabili è necessario agire ora e in fretta.

Per questo motivo, tra le tante soluzioni proposte dall’IRENA c’è la necessità di rendere gli obiettivi di sviluppo delle fonti energetiche pulite vincolanti, ovvero introducendoli all’interno delle leggi degli Stati.

Questa soluzione, dice l’Agenzia, consentirebbe di conferire alle FER, le fonti di energia rinnovabile, una maggiore credibilità agli occhi degli investitori.

Un ulteriore vantaggio che comporterebbe l’introduzione di impegni vincolanti per lo sviluppo delle FER sarebbe poi legato alla possibilità di realizzare un monitoraggio dei progressi, con multe e sanzioni in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati.


La situazione italiana

Rendere vincolanti gli obiettivi sulle rinnovabili è una delle priorità che il nostro Paese si sta impegnando a rendere possibile.

Gli attuali cambiamenti in campo politico hanno purtroppo causato ulteriori ritardi in fatto di sviluppo ma, nel complesso, la situazione italiana mostra segni positivi.

Secondo il Rapporto GreenItaly 2022 infatti, lo scorso anno nel nostro Paese  il 36% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, con una produzione di circa 113,8 TWh.

A confermare tali traguardi sono inoltre i dati dell’Osservatorio FER realizzato da ANIE Rinnovabili sulla base dei dati Terna.

Questi ci mostrano infatti che nel primo semestre del 2022 in Italia è stato registrato un totale cumulato di 1.211 MW di nuova potenza installata di rinnovabili, pari a un aumento del 168% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Di questa potenza, 1.061 MW provengono dal settore fotovoltaico, 123 MW dall’eolico e 27 MW dall’idroelettrico.

Se questi numeri ci mostrano segni di un buon sviluppo, è necessario far sì che tale crescita aumenti. L’associazione ANIE sottolinea infatti l’importanza di realizzare una pianificazione nazionale a medio termine, così come la necessità di offrire nuove forme di regolamentazione degli incentivi per la produzione, la condivisione dell’energia solare e per lo sviluppo di green communities.

Se questi elementi verranno messi in atto in Italia, così come in tutti gli altri Paesi del mondo, gli obiettivi sulle rinnovabili potranno essere raggiunti in tempi brevi e duraturi permettendo così al nostro Pianeta di compiere la sua evoluzione e superare la crisi energetica ed economico-finanziaria.

Questo è ciò che deve spingere ognuno di noi verso il cambiamento, e noi di Otovo siamo convinti che il primo passo verso un domani migliore possa partire proprio dalle piccole scelte.

Passare al fotovoltaico è una di queste, perché iniziare a produrre energia pulita nella propria casa è un modo per fare del bene a noi e al nostro domani.

Il futuro che ci attende sarà difficile, ma è solo con i giusti strumenti che si può fare la differenza.

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Domande frequenti

Quali sono gli obiettivi dell’Agenda 2030?

Gli obiettivi dell’Agenda 2030 sono divisi in 5 macro-aree: rigenerazione equo sostenibile dei territori, mobilità e coesione territoriale, transizione energetica, qualità della vita ed economia circolare.

Cosa si intende per processo di decarbonizzazione?

Il processo di decarbonizzazione indica la conversione a un sistema economico che riduca in modo sostenibile l'anidride carbonica fino alla sua privazione in futuro.

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